Giovedì 03 giugno 2010

Marche           

I nudisti chiedono largo in spiaggia

Le associazioni di naturisti: è un valore in più per sostenere il settore turistico

Ancona Spazi al turismo naturista. Per motivi di tolleranza e rispetto reciproco ma anche per più prosaici motivi economici. Lo afferma Fidenzio Laghi, ex presidente dell’Aner, l’associazione di naturisti dell’Emilia-Romagnache domenica scorsa ha aperto la stagione turistica a Cesano di Senigallia, rilanciando di fatto un annoso dibattito. Quello appunto degli spazi da dedicare ai naturisti. La mappa marchigiana delle spiagge per gli amanti della tintarella integrale è quanto mai sfuggente. Ci sono alcuni capisaldi e qualche entrata o uscita stagionale che, grazie alla rete, si diffonde con grande rapidità. Tra i capisaldi ci sono le spiagge all’ombra del Conero e il km 331 dell’Adriatica tra Porto Recanati e Porto Potenza. Sul Conero versante Nord è sempre segnalata dai siti specializzati la spiaggia della Vela dopo che i Sassi Neri, prima con le ordinanze poi con il dissesto della falesia, sono diventati impraticabili. Anche nei pressi del Trave, la presenza dei nudisti è stata messa in dubbio dalla caducità della montagna. Segnalata anche come spiaggia ufficiale quella di Cesano dove, appunto, domenica si sono presentati una quarantina di naturisti provenienti, oltre che dalle Marche, anche dalla Romagna e dall’Abruzzo. Altri luoghi Fiorenzuola di Focara, Porto Sant’Elpidio e Pedaso.

“Si sapeva - afferma Laghi - che, anche dopo varie dichiarazioni favorevoli di autorità politiche e periodi trascorsi tranquillamente dallo scorso anno, c’era il rischio di visite non troppo gradite ma, dobbiamo difendere pure il nostro diritto civile di esistere”.

C’è chi dice che non osservate le regole perché l’area non è stata autorizzata. “Secondo l’attuale legislazione - spiega Laghi - non ò obbligatoria alcuna autorizzazione da parte dell’ente locale. Il Comune - aggiunge Laghi - se riserva uno spazio per i naturisti e lo attrezza favorisce il rispetto di questa minoranza e valorizza il turismo naturista portando vantaggi economici alla collettività locale creando posti di lavoro”.

Va anche sfatata, secondo Laghi, l’opinione che chi pratica il nudismo commetta un reato. “Il semplice nudo - riprende l’ex presidente dell’Aner - come dicono molte sentenze di naturisti che, come il sottoscritto nel 1994, si è rivolto al Tribunale, non è reato: così come hanno ribadito nel 2000 le sentenze 1765 e 3557 della Cassazione”.

Ma perché il naturismo? “La nostra idea - aggiunge - è un modo di vivere in armonia con la natura, caratterizzato dalla pratica della nudità in comune, allo scopo di favorire il rispetto di se stessi, degli altri e dell’ambiente”. Bastano solo un po’ di coraggio e di tolleranza per dare una marcia in più al turismo.

Edoardo Danieli,